Quel pazzo di Lundini: dai social a Rai2

Jump Group
4 min readOct 6, 2020

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Per farla breve, con Valerio Lundini è stato un colpo di fulmine grazie a questo:

Un video di cinque minuti e quarantanove secondi che riesce a sdoganare la risata su un argomento che il politicamente corretto all’italiana ha negli ultimi anni bandito dalla comicità: il razzismo. Il tema viene schernito con una piroetta umoristica fatti di luoghi comuni, pressapochismo ed ingenuità.

Questo è uno dei primi contenuti che ha lanciato Valerio Lundini da Roma nella popolarità del mare magnum di comici da social network, troppo spesso ripetitivi e con scelte comiche terra terra.

Le sue idee non si sono fermate qui, continuando a sperimentare e proporre formati e contenuti di diversa durata e fattura che, comunque, non hanno mai risparmiato altre tematiche “intoccabili”.

Qui siamo nel periodo in cui è esploso il “caso Weinstein”:

Entriamo dentro ad un provino tenuto in contemporanea con lo scandalo, viene ripetuto in continuazione dai provinatori che “non se po’ più fa’ niente”, poiché ogni cosa che viene fatta o detta si può ritorcere contro di loro, se non che alla fine con massima disinvoltura il regista, salutando l’attrice, dice chiaramente che si sentiranno privatamente per provare a casa sua anche le scene più spinte. Oltre alla ricerca della risata c’è una riflessione e una profonda critica al mondo dello spettacolo pieno di contraddizioni e giochi di potere, dove chi sta nei piani alti è sempre intento a incensarsi per accrescere la propria credibilità e sfruttarla nei confronti dei piani inferiori.

Questa gag, come quella precedente decisamente politicamente scorretta, è satira pura, lontano dai contenuti snack tipici dei social network.

Va bene la satira, ma l’elemento che contraddistingue tutti i video di Lundini è il “surreale”, la capacità di introdurre nella realtà elementi disturbanti che la piegano a favore della risata. Una sorta di realtà parallela dove tutto è possibile e gli attori in gioco sembrano non accorgersene, o comunque per loro… va bene così.

Come quella volta che Valerio Lundini è rimasto incastrato nel mondo delle barzellette:

O quando ha avuto un disguido stradale:

O, di nuovo, quando ha chiamato l’assistenza di Facebook perché il suo post non riceveva like:

Il contesto è quello reale, il mondo che vediamo tutti i giorni, completato da un alone di nonsense che, sembra una contraddizione, dà senso a tutto lo sketch.

La scrittura di questi video, pubblicati sui social network, esce dal formato tipico di queste piattaforme: richiedono molta attenzione, preparazione e, soprattutto, sono troppo lunghi per la stragrande maggioranza degli utenti.

Lundini, però, sa sfruttare alla grande anche il formato tipico da social per lanciare altri contenuti che, in alcuni casi, sono anche diventati virali. È il caso della #lundinichallenge.

La #lundinichallenge è una challenge sulla carta semplice ma difficile da mettere in pratica in modo così riuscito e divertente: si cercano delle scritte in giro per la città, preferibilmente non di senso compiuto, si finge una telefonata e si inseriscono quelle parole all’interno di una frase sensata pronunciata al telefono. Molto più difficile a dirsi che a farsi.

Valerio Lundini ha dato un grosso contributo anche alla sopportazione del lockdown, mettendo in scena una seire di finte dirette Instagram in collegamento con Francesco Totti.

Il comico riprendeva contenuti veri dell’ex capitano della Roma, per poi completarle con nuovi dialoghi, generando conversazioni stralunate e irresistibili.

Un talento del genere non poteva rimanere ancora ai social network, siamo oltre al concetto di youtuber o influencer. Valerio Lundini è un autore vero e proprio come non se ne vedevano da anni e, per questo, è stato ingaggiato da Lillo & Greg e Nino Frassica per portare la sua comicità a Radio2, avendo, così, il primo contatto con il grande pubblico.

La conseguenza diretta è stata il programma “Battute?” presentato da Riccardo Rossi, per arrivare, poi, all’affermazione con “Una pezza di Lundini”, tutt’ora in onda, dove Valerio viene ipoteticamente chiamato dalla rai per tappare buchi di programmi saltati all’ultimo secondo. Una raccolta di gag, interviste, giochi, varie ed eventuali dal sapore dell’improvvisazione, esattamente come se fossero state preparate all’ultimo secondo per metterci, appunto, una “pezza”.

Valerio Lundini è la risposta a diversi dubbi, perplessità e domande.

È la risposta allo scetticismo rivolto a tutti i protagonisti venuti dal web e alla critica sulla mancanza di contenuti. In pochi anni è passato dal pubblicare video sulle sue pagine a condurre un programma su Rai 2 che porta il suo cognome nel titolo: una medaglietta che in pochissimi hanno potuto sfoggiare sul proprio petto.

È la risposta a chi dice che ormai è già stato tutto detto e che non si possano più trovare novità.

È la risposta ai critici che dicono che la comicità del web è tutta uguale e basti una parolaccia per ridere.

Ultimo, ma non ultimo, è la risposta ai promotori del buonismo e del politicamente corretto. Perché è essenziale poter ridere di tutto. C’è modo e modo per parlare delle cose, certo, ma sicuramente quello sbagliato è evitare di scherzarci sopra.

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